Il carcinoma duttale in situ non trattato può evolvere a carcinoma mammario invasivo entro 15 anni dalla diagnosi
Le donne con carcinoma duttale in situ ( DCIS ) hanno molta più probabilità di sviluppare un carcinoma mammario invasivo se non trattate.
Il carcinoma duttale invasivo, a differenza del carcinoma duttale in situ, invade il tessuto adiposo della mammella.
Questo carcinoma invasivo ha la capacità di metastatizzare e di diffondersi attraverso il sistema circolatorio o il sistema linfatico.
E’ importante individuare e trattare il carcinoma duttale invasivo prima che possa metastatizzare ed estendersi ad altri organi.
Uno studio, con un lungo follow-up di quattro decenni ,compiuto su donne con carcinoma duttale in situ di basso grado e sottoposte a sola biopsia tra il 1950 ed il 1968, ha rivelato la storia naturale di questo tumore mammario poco conosciuto ed ha mostrato la validità del trattamento attraverso excisione chirurgica.
Nei decenni antecedenti lo screening mammografico, il carcinoma duttale in situ veniva riconosciuto mediante esame microscopico solo nella forma ad alto grado simile al carcinoma invasivo ed ha rappresentato solamente un piccolo sottogruppo di tutti i carcinomi mammari.
Le piccole lesioni del carcinoma mammario in situ non venivano riconosciute e, quindi, sono state diagnosticate come benigne.
Negli ultimi 20-30 anni, dal momento che sono stati definiti i criteri di diagnosi, il carcinoma duttale in situ è stato gradualmente riconosciuto come una malattia di ampia variabilità in grado ed estensione.
Tuttavia, importanti differenze nel decorso clinico della malattia a basso e ad alto grado non sono state ancora riconosciute.
Inoltre la distinzione tra carcinoma duttale in situ a basso grado e l’iperplasia duttale atipica ( ADH ) pone dei problemi.
Grazie all’avvento della mammografia, il carcinoma duttale in situ ora viene diagnosticato precocemente e rappresenta il più ampio sottogruppo di carcinomi mammari.
Ricercatori della Vanderbilt University Medical Center a Nashville hanno seguito il decorso clinico delle 28 donne trattate con sola biopsia, per le quali le lesioni al momento della diagnosi erano state definite benigne.
Successivamente, negli anni ’70 quando il carcinoma duttale in situ e l’iperplasia duttale atipica sono stati meglio definiti, sono state riconosciute come piccole lesioni da carcinoma duttale in situ.
Lo studio ha mostrato che il carcinoma duttale in situ a basso grado evolve gradualmente a carcinoma mammario invasivo a livello della stessa mammella, con il più alto rischio di trasformazione a carcinoma mammario invasivo nei primi 15 anni dalla diagnosi.
A distanza di 46 anni da quando la prima donna era stata sottoposta a biopsia, 11 delle 28 donne hanno sviluppato carcinoma mammario invasivo.
Tutti i carcinomi mammari invasivi sono stati riscontrati nella stessa mammella e nello stesso quadrante, in cui era stata effettuata la biopsia per DCIS.
Otto donne sono state diagnosticate entro 12 anni dalla biopsia per carcinoma duttale in situ, mentre 3 hanno avuto la diagnosi dopo 23-42 anni.
Cinque delle 11 donne hanno sviluppato metastasi dopo 29 anni dalla biopsia originale e sono decedute entro 7 anni dalla diagnosi di carcinoma mammario invasivo.
Anche il carcinoma duttale in situ a basso grado, lasciato senza trattamento, è un predittore di un rischio regionale e potrà evolvere a carcinoma invasivo nella stessa area della stesso mammella, nel 30% dei casi entro 15 anni.( Xagena2005 )
Fonte: Cancer, 2005
Onco2005 Gyne2005
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